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Fumo e Denti...

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Alcuni dei pazienti che aderiscono all'iniziativa


Fumo e Denti: Perché il fumo fa male ai denti

Il fumo di tabacco è uno dei più acerrimi nemici della salute dei denti, oltre che di quella dell'intero organismo.
Basti pensare che 20 sigarette al giorno riducono di circa 4,6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni.
Per quanto riguarda la salute dei denti le statistiche non sono certo migliori: nei fumatori il rischio di parodontite grave è tre volte maggiore rispetto ai non fumatori, mentre le probabilità di risposta positiva alla terapia parodontale scendono del 50%.
Ricordiamo a tal proposito come la parodontite sia un'infiammazione dei tessuti di sostegno dei denti (nel complesso chiamati parodonto), che vengono progressivamente indeboliti fino a lasciar cadere il dente.
I motivi per cui il fumo di tabacco fa così male ai denti sono diversi, ma in buona parte riconducibili all'effetto vasocostrittore della nicotina, che riduce le quantità di sangue e ossigeno a disposizione del parodonto.
Meno ossigeno significa ridotte capacità rigenerative (con minor sintesi di fibronectina e collagene) ed immunitarie; non a caso, nei fumatori si notano differenze qualitative della placca batterica con maggiore presenza di specie anaerobie aggressive nei confronti del parodonto.
​Da considerare, poi, anche l'esposizione delle mucose orali ai numerosi agenti irritanti, alle tossine e ai prodotti cancerogeni sviluppati dalla combustione delle foglie di tabacco; basti pensare tra i pazienti affetti da carcinoma orale almeno l'80% fuma.
Tra i fumatori si osservano maggiori quantità di tartaro rispetto ai non fumatori, una maggiore tendenza alla recessione gengivale, maggiori discromie dentali (macchie dei denti) e un aumento delle superfici dentali cariate o otturate (anche se non è ancora chiaro se la carie sia conseguenza diretta del fumo o di una minor predisposizione dei fumatori all'igiene orale domestica e professionale).

IL FUMO FA MALE

Il 56% dei fumatori italiani ha iniziato con le sigarette prima di compiere 18 anni.
7 giovani su 10 sostengono di aver cominciato per imitare gli amici e i compagni di classe.
Il 7% lo ha fatto per sentirsi più grande, il 6% perché influenzato negativamente da genitori o parenti a loro volta tabagisti.
Tutti noi sappiamo vagamente che fumare fa male alla salute, peggiora il nostro aspetto esteriore, ci fa spendere un sacco di soldi e così via.
Anche una singola sigaretta, magari accesa per gioco, può essere fatale e condannare una persona ad un vizio che dura tutta la vita. Come tutte le dipendenze anche quella da nicotina diventa più forte con il passare degli anni. Il fumo è un fattore di rischio oncologico importante che solo nel nostro Paese provoca 100mila nuovi tumori l’anno.

C’è anche troppa ignoranza e sottovalutazione dei reali rischi per la salute.
Uno studente su due è convinto che fumare provochi solo febbre, tosse e mal di stomaco.
Ma la realtà è molto diversa. Il tumore del polmone è la neoplasia più strettamente collegata al tabagismo.
Il numero di nuovi casi aumenta del 2,6% l’anno tra le donne, mentre assistiamo ad una riduzione tra gli uomini.
E’ tutta colpa del fumo, un’abitudine che una volta era quasi esclusivamente maschile mentre ormai interessa ben il 17% delle italiane.
Le sigarette non danneggiano solo l’apparato respiratorio, ma anche tutto il resto dell’organismo.
Il fumo di tabacco incrementa il rischio di sviluppare tumori della vescica, distretto testa-collo e pancreas.

I numerosi danni che sono associati al fumo possono gradualmente scomparire dal momento in cui smette, e trasformarsi in benefici: sarà più sano, spenderà meno soldi, la sua pelle sembrerà più giovane ed il sorriso tornerà splen-dente!

Il piano di trattamento implantare deve essere adattato ai fumatori,
​così suggerisce la ricerca

Visto che il fumo pesante può causare una guarigione più lenta dell’osso perimplantare, un recente studio sostiene che i chirurghi dovrebbero prendere in considerazione un adeguamento della pianificazione dell’impianto per i fumatori

Xi’an, Cina – Uno studio cinese ha messo a confronto la stabilità degli impianti con la risposta dei tessuti perimplantari in alcuni soggetti fumatori forti e non fumatori e ha scoperto che il fumo non ha influenzato il successo complessivo della chirurgia implantare, così come tutti gli impianti hanno ottenuto un’osteointegrazione senza complicazioni, almeno fino alla fine della 12a settimana dopo il posizionamento. Tuttavia, il fumo ha fatto sì che il tessuto osseo intorno agli impianti guarisse più lentamente; è per questo che gli impianti hanno cominciato il processo di osteointegrazione molto più tardi rispetto a quanto accaduto al gruppo di non fumatori.

La ricerca ha dimostrato che il fumo può condizionare negativamente l’integrazione tra impianto e osso. Al fine di migliorare i risultati del trattamento ed evitare il fallimento dell’impianto, i chirurghi devono avere ben chiaro come certe abitudini dei pazienti – come il fumo – influenzeranno l’intero processo di guarigione.

Nel corso della ricerca, 45 impianti ITI (Straumann) sono stati inseriti nelle mandibole posteriori parzialmente edentule di 32 pazienti di sesso maschile, di cui 16 erano fumatori forti e 16 non fumatori. La stabilità dell’impianto e la risposta dei tessuti perimplantari sono state valutate a 3, 4, 6, 8 e 12 settimane dall’operazione.

Anche se gli impianti di entrambi i gruppi hanno raggiunto l’osteointegrazione entro la fine della dodicesima settimana, il processo di guarigione differiva significativamente tra i non fumatori e i fumatori pesanti. Nei non fumatori, la stabilità era migliore e gli impianti si sono integrati meglio nel tessuto osseo già dopo la seconda settimana. Nel gruppo dei fumatori, invece, gli impianti hanno cominciato dopo l’osteointegrazione e sono diventati più stabili solo dopo la terza settimana.

Nonostante si siano riscontrati risultati positivi a breve termine in entrambi i gruppi, i fumatori hanno dimostrato più problematiche, tra cui una maggiore perdita ossea attorno agli impianti e tasche parodontali dei tessuti molli più profonde. Tuttavia, il fumo non ha avuto alcun effetto significativo sulla formazione di placca o sul sanguinamento sulculare nel gruppo di studio.

Alla luce dei risultati ottenuti, i ricercatori hanno suggerito che per i chirurghi potrebbe essere necessario modificare il proprio programma di carico dell’impianto standard per quei pazienti che fumano pesantemente. Inoltre, i fumatori devono essere consapevoli che questa loro abitudine favorisce una perdita di osso marginale e l’ulteriore aumento delle tasche dentali, e potrebbe quindi portare a complicazioni anche dopo l’osteointegrazione – hanno concluso i ricercatori.
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