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I falsi miti sulla tecnica degli allineatori trasparenti in ortodonzia

28.MAR.2017

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La tecnica Invisalign® è presente sul mercato fin dal 1997, utilizzata in tutto il mondo da più di 16 anni. (1) Questa tecnica sicuramente è rivoluzionaria nel settore dell'ortodonzia sotto molti aspetti. Il principale è senza dubbio l'aspetto estetico e le caratteristiche di totale comfort essendo un apparecchio completamente trasparente e rimovibile. Come tutte le "innovazioni" scientifiche, tale tecnica che richiede una curva di apprendimento, avendo delle caratteristiche biomeccaniche specifiche che tra l'altro non sono totalmente sovrapponibili a quelle dell'ortodonzia tradizionale.
Dall'ortodonzia tradizionale riprende i ragionamenti più complessi nella diagnosi, ma non nella pianificazione del trattamento.
Il continuo sviluppo tecnologico e le sorprendenti innovazioni tecnologiche investono incessantemente noi specialisti in ortodonzia grazie alla eccezionale organizzazione di Align Technology che usufruisce di un reparto di ricerca e sviluppo costituito da centinaia fra ingegneri, fisici, matematici ed informatici, focalizzati tra sviluppo del software ClinCheck®, nuovi materiali da utilizzare per gli allineatori e, non meno importante, nuovi tipi di ausiliari utilizzati per un sempre miglior controllo del movimento dentale. Elemento molto importante di questa tecnica è l'utilizzo del software dedicato ClinCheck®, tramite il quale si realizza e si sviluppa l'intero piano terapeutico del caso. (2)
Sicuramente un elemento importante da considerare è che insieme alla tradizionale diagnosi ortodontica, l'elaborazione e l'uso del software ClinCheck® è la vera chiave di volta per ottenere risultati eccellenti con questa tecnica. Rivoluzionario nell'utilizzo della metodica Invisalign® la possibilità di trattare ortodonticamente anche i pazienti adulti che sono sempre stati restii per problemi di tipo estetico. Questo porta di conseguenza alla specializzazione delle terapie ortodontiche nel paziente adulto che rappresentano una percentuale importante sul numero di casi trattati con l'Invisalign®.
I fattori che possono inibire gli ortodontisti all'uso di questa tecnica possono essere, il fatto che l'ortodontista fino ad oggi non è stato mai realmente preparato, comportando investimento di tempo, nell'apprendere le caratteristiche biomeccaniche specifiche di questa tecnica. Inoltre l'attitudine alla gestione di programmi informatizzati e la familiarità in generale con l'uso del computer sono un requisito fondamentale.
Nel futuro di questa tecnica ci sono già in atto novità, sia su aspetti di nuovi materiali, nuovi disegni di ausiliari sempre in continua evoluzione e non meno importante nuovi software di gestione del ClinCheck® per renderlo sempre più completo e facile da utilizzare. L'evoluzione che noi abbiamo vissuto da più di 10 anni è stata enorme e, sicuramente migliorando sempre di più, nel prossimo futuro prevediamo un utilizzo di questa metodica sempre più importante anche perché sia a livello di gestione quotidiana dell'apparecchio da parte del paziente che di comfort per il esso stesso non ha eguali.
La tecnica ortodontica del 2002, non è quella del presente e non è quella del 2018; è una tecnica in evoluzione e per coloro che si sono avvicinati qualche anno fa, non è pensabile credere che sia sempre uguale.
Non è per coloro che non sanno fare ortodonzia ma è di chi la sa fare ragionando molto sugli aspetti clinici della malocclusione, parodontali, scheletrici ed estetici.

Mito 1: e' una tecnica semplice
Molto spesso la tecnica ortodontica che prevede l'uso degli allineatori viene definita "semplice" sia nella progettazione del trattamento che nel monitoraggio del trattamento. In realtà ha una complessità di ragionamento iniziale che prevede una corretta diagnosi e movimenti dentali sia sul piano sagittale che verticale. (2) Non è semplice perché non prevede solo il trattamento di malocclusioni con lieve affollamento o con una diagnosi limitata a pochi spostamenti dentali. Un'ottima diagnosi è dunque la chiave di successo nel trattamento delle malocclusioni complesse, non è la tecnica in sé ad essere semplice o complessa, ma la capacità del singolo di 'guidare' la malocclusione verso un risultato biomeccanicamente raggiungibile.
Mito 2: puo' essere utilizzato solo nei pazienti adulti
Dal 2009 vi è sul mercato il trattamento anche per il paziente in eta evolutiva: protocolli Teen.
I protocolli teen prevedono l'uso di alcune features specifiche quali i compensatori di eruzione e le linguette d'arresto dei 7' per utilizzare gli allineatori sia in dentizione mista che permanente. (3)
Mito 3: non puo' essere utilizzato nei pazienti in combinazione con trattamento chirurgico
Falso. Può essere utilizzato in combinazione con il trattamento maxillo-facciali, sia in combinazione con il trattamento chirurgico che con trattamento "surgery first". (4)
Mito 4: e' un trattamento cosmetico
Non è un trattamento cosmetico, ma ha l'obiettivo del benessere del paziente; corregge le malocclusioni nella loro complessità. Sia in malocclusioni con maloposizioni forzate che derivate da interferenze. (5)
Mito 5: potrebbe provocare recessioni gengivali
Falso. Alcuni pensano che essendo una tecnica che prevede "espansione", potrebbe provocare recessione gengivale, se gli elementi vengono portati fuori dalla corticale. In realtà si ottiene facilmente il torque negativo con questa tecnica, i vettori di forza sono diretti in direzione centripeta e non centrifuga. Quindi è l'esatto contrario. (6; 7)
Mito 6: la diagnosi non e' dell'ortodontista
La diagnosi è solo dell'ortodontista, i tecnici specialisti eseguono semplicemente ciò che viene richiesto ed eseguito dall'ortodontista che si trova ad usare una complessa "macchina" per pianificare il trattamento. Particolare attenzione va prestata alla compilazione del piano di trattamento che deve essere pianificato tutto inizialmente e quindi con attenzione e scrupolosa analisi cefalometrica, clinica e del software. L'evoluzione delle dinamiche aziendali ha comunque permesso di agevolare gli ortodontisti, garantendo fino a 5 anni di garanzia illimitata sull' utilizzo di alcune opzioni di trattamento, al fine di agevolare la complessa fase diagnostico/valutativa del Software.
Con gli ultimi sviluppi del Software è possibile progettare lo spostamento anche dei singoli denti ed è possibile sviluppare e progettare il piano di trattamento secondo tutte le tecniche. (3)
Mito 7: problemi articolari
Nei nuovi protocolli e con l'avvento del materiale smartrack (brevettato ed unico nelle sue caratteristiche di polimero multistrato ad uso ortodontico), Invisalign non ha possibilità di provocare problemi articolari. Anzi, la letteratura si esprime a favore della risoluzione di alcune disfunzioni articolari. (8, 9)
Mito 8: e' una tecnica che prevede tempi lunghi
Negli ultimi mesi ci sono dei protocolli che prevedono il cambio delle mascherine non viene più fatto sempre ogni 15 giorni, ma in determinate condizioni anche ogni 7 giorni. Il futuro dell'Ortodonzia prevede il movimento accelerato e la riduzione dei tempi di trattamento.
Mito 9: non corregge malocclusioni con caratteristiche sagittali e verticali, ma solo allineamento.
Falso. In letteratura sono riportati case reports e research articles che analizzano il trattamento sia di classe III e classi II.  Gli ultimi protocolli prevedono features ed attachments caratteristici per malocclusioni con diversi gradi di complessità. Sono previsti anche uso di elastici. (11, 12)
Mito 10: non puo' essere utilizzato sui pazienti parodontopatici
Anzittutto c'è un miglioramento dell'Igiene orale e quindi minore rischio di sviluppo di patologia parodontale. Il movimento è più predicibile e le forze più controllate, si può addirittura dimezzare la forza ed allungare il trattamento e quindi più adatto come trattamento per i parodontopatici. (13)
L'undicesimo mito prevedrebbe l'analisi dei costi, in quanto alcuni colleghi definiscono gli allineatori una "tecnica costosa" per lo studio. E' quanto di meno vero, se si analizzano i costi alla poltrona, i costi dei materiali, i costi dei consulenti, etc.
L'obiettivo degli autori di questo articolo era di suscitare l'interesse verso la tecnica che rivoluzionerà i prossimi anni dell'Ortodonzia.  Tutto sarà uguale nella diagnosi, nello studio della malocclusione, ma niente sarà più uguale dopo l'avvento di Invisalign.


Pulizia dei denti

14.MAR.2017

Esistono fondamentalmente due tipi di pulizia dei denti: quella di routine che deve essere fatta a casa più volte al giorno per provvedere alla corretta igiene del cavo orale e quella professionale che solo il proprio dentista di fiducia o il laureato in igiene dentale può garantire. Per la normale pulizia dei denti ci sono alcuni accorgimenti da tenere a mente a cominciare dalla scelta dei giusti strumenti.
Spazzolino e dentifricio sono naturalmente gli alleati più importanti per una corretta pulizia quotidiana a patto che si prediliga l’utilizzo di spazzolini con setole in grado di rimuovere i residui di cibo anche negli spazi interdentali. Ottimi risultati da questo punto di vista sono garantiti anche dallo spazzolino elettrico che riesce a dare la sensazione di una pulizia profonda e accurata. Da non sottovalutare è la scelta del dentifricio che deve essere di buona qualità, in modo da non intaccare lo smalto di cui sono rivestiti i denti o la dentina sottostante.
Per risultati migliori si può abbinare al comune spazzolino e dentifricio l’uso di un collutorio che garantisce la disinfezione della bocca, e del filo interdentale, in grado di raggiungere gli spazi più angusti ed inaccessibili al comune spazzolino. L’obiettivo di una corretta pulizia dei denti è dato dalla rimozione della placca che va a formare una patina di rivestimento sull’arcata dentale che potrebbe  a lungo andare provocare la formazione di carie che se trascurata potrebbe portare  ad infiammazione a carico della polpa del dente.
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La pulizia di routine, che deve essere effettuata almeno 3 volte al giorno  subito dopo i pasti, non è sempre sufficiente ad eliminare a fondo la placca. Per questo motivo è buona norma ricorrere ogni sei mesi ad una pulizia dei denti professionale rivolgendosi ad uno specialista del settore. Utilizzando strumenti perfettamente sterilizzati e sicuri, il dentista o il laureato in igiene dentale provvede alla cosiddetta detartrasi ovvero alla rimozione del tartaro che minaccia la salute dei denti. Il risultato è rappresentato da una bocca priva di tartaro e dalla diminuzione della  possibilità di avere infiammazioni gengivali  oltre che liberata dal problema dell’alitosi. La pulizia professionale di norma non richiede un eccessivo dispendio di tempo o denaro e  garantisce inoltre numerosi vantaggi anche sul piano prettamente estetico in quanto va ad eliminare eventuali macchie di  cibo, caffè/tè o fumo di sigaretta accumulatesi sulla superficie visibile dei denti.
Nel caso in cui si voglia ottenere un effetto sbiancante e la rimozione delle macchie più profonde, è possibile abbinare alla pulizia professionale una seduta di sbiancamento dei denti. La sola pulizia garantisce denti più lucidi. E’ possibile al termine  della procedura di detartrasi  farsi applica una mascherina contenente fluoro che avrebbe scopo di rinforzare e proteggere ulteriormente la dentatura del paziente.


Avere i denti bianchi

09.MAR.2017

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Avere denti bianchi ed un sorriso splendente è senza ombra di dubbio un desiderio che accomuna un gran numero di persone. Non tutti sanno però che il colore dei denti è una delle caratteristiche determinate dal patrimonio genetico del singolo individuo. Ciò significa in altre parole che ognuno è destinato ad avere per i propri denti una determinata tonalità di bianco, che può essere più o meno intenso e brillante. Il diretto responsabile del bianco dei denti è lo smalto, che riveste la parte visibile del dente, offrendo una protezione importante alla dentina sottostante.
Oltre ad essere ricco di minerali e sostanze inorganiche, lo smalto è traslucido, il che significa che lascia trasparire la dentina, caratterizzata da venature giallognole e grigiastre. Lo strato di smalto inoltre può essere soggetto ad erosione con l’avanzare degli anni e diventare il bersaglio di una vasta gamma di agenti dannosi per il benessere e l’estetica della dentatura, a cominciare dalla placca e dal tartaro. Esistono numerose sostanze in grado di intaccare lo smalto e rovinare il bianco naturale dei denti. Tra le più comuni si piazza sicuramente il fumo di sigaretta, che va ad aggiungersi ai pigmenti alimentari presenti nel caffè, nel tè, nel vino rosso, negli spinaci e nella liquirizia. Nemici di un sorriso perfettamente bianco e sano sono anche i collutori a base di clorexidina e le tetracicline, specie se assunte in maniera significativa durante la prima infanzia.
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Non bisogna dimenticare infine gli effetti di un invecchiamento fisiologico della dentatura che, unito ad un’igiene orale insufficiente, tende a spegnere il sorriso ed a conferire ai denti un colorito giallognolo. Se le cause all’origine della perdita del bianco naturale dei denti sono tante, altrettanto numerosi sono i rimedi professionali o naturali in grado di garantire un trattamento sbiancante efficace. La detartrasi, che consiste nella rimozione del tartaro da parte del dentista o dell’igienista dentale, è sicuramente il metodo più utilizzato, dal momento che non agisce solo a livello estetico, ma migliora anche la salute della dentatura, prevenendo il rischio di gengiviti e risolvendo il problema dell’alito cattivo.
Tuttavia la detartrasi agisce su placca tartaro e macchie dovute al fumo e al caffè ma non ha alcun effetto sul colore naturale del dente.Per poter modificare il colore naturale dei denti è possibile avvalersi dei prodotti sbiancanti professionali che a differenza dei prodotti in vendita presso supermercati e farmacie hanno un’elevata percentuale di principio attivo. Anche in questo caso è fondamentale l’intervento di un professionista perché, prima dell’esposizione agli agenti sbiancanti, è necessario proteggere le gengive e la bocca da possibili irritazioni e fenomeni di ipersensibilità.
Tra i rimedi completamente naturali, che non prevedono alcun uso di pigmenti e sostanze abrasive, si può citare la salvia. Il semplice atto di strofinare delle foglie fresche di salvia direttamente sulla superficie dell’arcata dentaria  sembra garantire un effetto sbiancante piuttosto evidente e privo di possibili controindicazioni.


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Indirizzo:
via Adda 33/B, Siracusa (SR)

Tel 093124847 Email: studiodentisticodr.gionfriddo@gmail.com

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